martedì 5 luglio 2011

UN WEEK END AL RIFUGIO COCA....

Un week-end al rifugio Coca

Cronaca di una fatica annunciata: quale miglior definizione per quella che si è rivelata una vera e propria mission impossible per le giocatrici dell’under 17, 19 e relativi accompagnatori (coach Villa, il preparatore atletico Roberto Tribulet e i genitori Dodesini)?

Svoltasi nel week-end tra il 18 e il 19 giugno, la spedizione è iniziata sotto i peggiori auspici, con la previsione di piogge equatoriali nel bel mezzo della salita, preceduta di gran lunga dalle voci che definivano il monte Coca come una meta estremamente faticosa da raggiungere.

Tutto ciò ha portato a numerosi tentativi di insurrezione da parte delle truppe durante il tragitto in auto (sedati a suon di brioches fresche, portate dal papà di Roberta), e alla decisione degli abitanti di Valbondione di cambiare nome alla zona, chiamandola “Valle dei Lamenti”.
Nonostante questi ostacoli iniziali, i nostri sono arrivati ai piedi del monte e, dopo le tradizionali foto di partenza, hanno iniziato la scalata sotto una leggera pioggerella.

Non c’è che dire: il Coca ha rispettato i pronostici. Alla fine però, dopo poco più di 3 ore, la spedizione ha raggiunto il rifugio, vincendo anche il preannunciato temporale che fortunatamente li ha colti solo nel tratto finale. La giornata si è poi svolta all’insegna di pisolini, cioccolato e partite di briscola chiamata, in un clima di crescente agonismo che alla fine avrebbe fatto impallidire i vecchietti più agguerriti e fatto sentire a suo agio uno scaricatore di porto.

Il clima di allegria è proseguito con i festeggiamenti per il compleanno di Anna ed è proseguito in camera da letto, dove le giocatrici non accennavano a voler stare in quel religioso silenzio tanto caro ai gestori di rifugi, finché ad un certo punto il sonno ha preso il sopravvento, anche se non ha impedito che nella notte si verificassero segnalazioni di soggetti non identificati vaganti per la stanza e cellulari fuori controllo dotati di vita propria.

Al risveglio, colazione abbondante e di nuovo in marcia verso il lago poco sopra il rifugio, dove la compagnia si è accampata mentre cinque avventurieri osavano arrivare fino in cima al passo, dove hanno fatto la conoscenza di un formidabile iron man, parente certo dei due stambecchi avvistati il giorno prima.
Dopo aver mangiato, preso il sole ed essere ritornati al rifugio, i nostri hanno messo lo zaino in spalla e si sono messi in marcia verso casa attraverso un percorso alternativo (ma obbligatorio), in cui qualcuno ha riconosciuto l’ambientazione di “Rambo II”, ma che li ha portati (più o meno) sani e salvi ai piedi della collinetta.

Bilancio dell’avventura: 1 disperso (Gaia, che non sappiamo dove sia finita, ma che è stata prontamente sostituita da un bel maschione dalla voce calda e profonda), 14 componenti in coma farmacologico per una settimana, 1 persona integra (indovinate chi) e tanta voglia di scherzare da parte mia su di un’esperienza indimenticabile e divertentissima, che ci ha regalato delle viste mozzafiato e tanti bei ricordi da conservare!
Grazie a tutti e alla prossima!